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Presentazione associazione Piero Capone

Piero Capone

Viene presentata oggi a Bologna l’associazione Piero Capone al CostArena di Bologna, oggi, domenica 13 febbraio alle 17. Saranno presenti i soci fondatori e vari rappresentanti di realtà politiche e associative, anche Riccardo Magi, Igor Boni e Silvja Manzi. In questa luce sarà presente anche Umberto Bertonelli, founder di EconomiaItalia e co-conduttore di Ivan Grieco su Twitch.

Unire le battaglie legate alle libertà economiche con quelle inerenti ai diritti civili e mostrare le importanti intersezioni tra le due sfere: è questo uno dei principali obiettivi dell’Associazione Piero Capone, un luogo di dialogo per la discussione ed elaborazione di proposte liberali e radicali.

Vi aspettiamo domenica 13 febbraio alle 17 per la presentazione dell’Associazione in Via Azzo Gardino 48 al CostArena di Bologna. Oltre a membri del direttivo, interverranno rappresentanti di varie realtà politiche e associative locali.

Ospiti dell’evento Riccardo Magi e Igor Boni, con cui si terrà poi una fiaccolata organizzata da Più Europa a sostegno dei quesiti referendari su eutanasia, cannabis e giustizia alle 19 e 30 in Piazza Ravegnana, sotto le torri.

Perché l’associazione Piero Capone?

L’Associazione è dedicata allo storico economista radicale e liberale Piero Capone, che Marco Pannella ricorda così alla sua scomparsa: “In Piero ho trovato un compagno pre/veggente, nel senso che sapeva pre/vedere e tentava, come tutti noi tentavamo, di pre/venire. […] Elegante, sobrio, discreto, generoso… Ogni definizione per Piero è esatta, ma al tempo stesso, costituisce un limite, una gabbia. Interveniva con grande competenza e autorevolezza riconosciuta alle riunioni radicali; e sapeva rendere “volgari”, comprensibili argomenti e questioni astruse, rendendole accessibili anche ai non specialisti, a chi non è “tecnico-chierico”.

Dai suoi interventi c’era sempre da imparare qualcosa lo sentivamo, lo sapevamo. Ed erano importanti anche le sue “lezioni” sull’America latina, il Brasile e il Venezuela, che conosceva per averci lavorato e per tornarci spesso. Situazioni e realtà che sapeva decifrare, evoluzioni che anticipava e descriveva con rara competenza. L’opera l’inchiesta, la fatica e la tenacia di Piero costituiscono un evento approdo e sintesi di un percorso che abbiamo – con questa raccolta di suoi scritti – cominciato a indagare, ma che va ulteriormente studiato e percorso; ma già ora ciascuno di noi potrà meglio lavorare, capire, studiare.

Nei primi incontri, quello che mi ha colpito di Piero è stata quella che è una grande dote di pochi: sapeva ascoltare, accoglieva il parere dell’altro senza pregiudizio e sapeva trovare il modo per contestarlo senza che il contestato si risentisse. Ci eravamo abituati a vederlo tra noi: a consigliarci con il suo giudizio e confortarci con la sua critica: un perfetto liberale che aveva attraversato il Partito Comunista di quella Bologna che è stata di Dozza, Fanti e Zangheri; e dove ora come allora il partito ha il monopolio del potere reale e lo impone.

Da quel partito si era poi allontanato, ed era approdato ai radicali. Ma so per sicuro che tra i vecchi compagni di un tempo continuava ad essere apprezzato, stimato per le sue competenze; e gli volevano bene per le sue qualità umane. Spesso evoco la capitiniana compresenza dei vivi con i morti. Nel caso di Piero questa compresenza si sente; ma al tempo stesso, ha lasciato un vuoto che molti di noi avvertono in modo particolare”

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