Così lo stato spende i vostri soldi: ITsART
Probabilmente nessuno di voi sa chi sia quest’uomo.
Lui è Guido Casali, per i più attenti ex CEO di ITsART, la bellissima Netflix italiana voluta dallo stato imprenditore nella figura del pontefice della cultura italiana Dario Franceschini.
Perché ex? Perché si è dimesso per divergenze sulle strategie di sviluppo della piattaforma.
Meme di Pikachu e via. Poco altro da aggiungere.
Ma nel frattempo ricordo la direttiva SMA, passata in sordina, con cui l’Italia ha deciso di ostacolare gran parte dell’investimento che Netflix pensava di immettere nel mercato italiano.
Siamo un paese ridicolo e per tanto ci meritiamo di essere il fanalino di coda dell’innovazione anche in questo campo. Questo probabilmente è il prezzo da pagare per aver dimenticato le basi per la creazione di nuove opportunità posti di lavoro e di crescita.
Ma ovviamente le priorità sono il bonus rubinetti, zanzariere, 110, monopattino e chi ne ha più ne metta. E beninteso, il giornalismo deve puntare tutte le sue fiches sull’assoluta necessità di una donna come Presidente della Repubblica, e non anche nell’informare il cittadino dell’uso criminale e paternalista dei suoi contributi.
Se non ricordo male, questi soldi dovrebbero servire per sviluppare nuove possibilità per la comunità, e non certo per distribuire mancette elettorali e pagare i favori di un sistema politico che mira solo a rafforzare la propria posizione.
La competenza sempre dopo, forse. Perché uno vale uno. Ricordiamocelo.
