Finanza, Scienze economiche

Come evitare l’herding effect

Nel corso della serie sulla finanza comportamentale abbiamo più volte sottolineato il ruolo cruciale ricoperto da Daniel Kahneman e Amos Tversky come “padri fondatori” della behavioral finance. I due psicologi hanno avuto come merito principale quello di individuare molteplici bias comportamentali, che in un clima di incertezza, affliggono il processo decisionale degli agenti economici. Infatti, gli investitori “irrazionali”, descritti all’interno della Prospect Theory (teoria ideata sempre da Kahneman e Tversky), sistematicamente intraprendono percorsi di pensiero errati in materia finanziaria a causa di considerazioni superficiali e/o basate sul pregiudizio o sull’overconfidence con la quale affrontano il problema.

Molti economisti, tra cui Robert J. Shiller e Richard Thaler, nel corso degli anni, hanno a più riprese sottolineato come in materia di investimenti il fattore emotivo e il contesto in cui ci si trova al momento di effettuare la scelta abbiano un peso rilevante nel processo mentale che definisce la scelta stessa, influenzando indirettamente anche il risultato che ne deriva.

Tuttavia, è facile pensare che i bias non rappresentino un problema a livello aggregato e questo è parzialmente vero: finché le decisioni errate sono circoscritte ad un gruppo ristretto di persone i danni saranno probabilmente limitati.


Ma cosa accade quando a sbagliare sono simultaneamente un gruppo rilevante di individui?

In questo caso siamo in presenza di effetto gregge, meglio conosciuto con il nome di herding effect. Esso identifica quell’insieme di azioni e decisioni intraprese da una moltitudine di individui senza che esista tra di loro un coordinamento precedente. Questo bias è alla base del concetto di bolla speculativa e ne concorre a spiegare le dinamiche.

Ma facciamo subito un esempio per comprendere meglio ciò che stiamo analizzando:

“In situazioni di confusione, i gruppi umani si comportano esattamente come le greggi: tendono a seguire le persone davanti a loro, in particolare se sembrano sapere dove andare. Un comportamento che, secondo un nuovo studio italo-tedesco cui ha partecipato l’Istituto per le applicazioni del calcolo del Consiglio nazionale delle ricerche (Iac-Cnr) di Roma, può essere sfruttato per ‘orientare’ i movimenti di una folla in situazioni di emergenza, magari mescolando ad essa soggetti che sappiano precisamente come comportarsi. Si tratta di un comportamento che si manifesta in animali sociali, come oche, scarafaggi e, naturalmente, pecore, che porta a muoversi seguendo i compagni vicini, indipendentemente dalla loro destinazione. In matematica, un gregge è un esempio di sistema auto-organizzante, un gruppo composto da un numero elevato di ‘agenti’ che seguono regole semplici e in cui le dinamiche individuali sono influenzate da quelle degli agenti più prossimi. Nonostante si tratti di atteggiamenti solitamente associati ad animali, studi del genere sono utili per indirizzare al meglio anche grandi folle di esseri umani in situazioni delicate come nei piani strategici di evacuazione”.

L’esperimento apparso su arXiv si è svolto nel Dipartimento di matematica della Sapienza Università di Roma. “A due gruppi di circa 40 persone ognuno è stato chiesto di raggiungere, a partire da un’aula, un determinato luogo, sconosciuto a tutti tranne che a una persona nel primo gruppo e a cinque nel secondo (che non si sono svelate fino alla fine dell’esperimento). Uscendo dalla classe i soggetti hanno mostrato una lieve tendenza ad andare a destra, verso la parte del Dipartimento a loro più familiare, presto superata dal desiderio di raggiungere e seguire i compagni che si trovavano di fronte a loro. Questo comportamento ha permesso alle persone informate di ‘trascinare’ gli altri, portandoli a destinazione lungo il percorso più veloce”.

Si tratta del primo esperimento di questo genere effettuato con pedoni in un ambito di ricerca controllato.

In ambito finanziario questo comportamento, come precedentemente anticipato, aiuta a comprendere le dinamiche delle bolle speculative (che altro non sono che lo scostamento del prezzo di un asset dal suo valore fondamentale). Infatti, la propensione di alcuni agenti all’emulazione potrebbe concorrere a creare scostamenti ingiustificati nel prezzo di alcuni strumenti, creando confusione e distorsione sul mercato. 

In poche parole, anche se inconsciamente, il nostro agire viene influenzato da quello della massa.

Del resto, è rassicurante vedere altre persone che agiscono nel nostro stesso modo, in quanto siamo portati a pensare che stiano agendo nel modo migliore per loro stessi. Proprio in queste ultime righe è facile individuare le prime incongruenze logiche di questo bias: 1) il meglio di una persona non è in linea di massima il meglio per chiunque, 2) se assumessimo invece come falsa la 1, in ogni caso non possiamo essere certi che le persone che imitiamo stiano effettivamente perseguendo l’ottimo.

Allora perché seguiamo la folla? Principalmente per la paura di commettere errori e di perdere importanti opportunità. In quale contesto questo diventa un problema? Il tutto diventa esponenzialmente drammatico tanto più il singolo non ha mezzi idonei a comprendere l’errore che sta commettendo. In Italia l’educazione finanziaria nelle scuole è da decenni un miraggio. Non è ben chiaro per quale motivo non venga implementato un percorso formativo idoneo a conoscere i rudimenti di questa ormai fondamentale materia. Una ricerca pubblicata nel 2018 dalla Banca d’Italia dal titolo Measuring the financial literacy of the adult population: the experience of Banca d’Italia, ha rilevato una discrepanza notevole fra il nostro paese e il resto dell’area OCSE quanto al livello di conoscenze di base dei temi legati alla finanza personale, al risparmio e agli investimenti: “il 30% degli italiani ha raggiunto un livello di conoscenza di questi aspetti della propria economia domestica adeguato, contro una media Ocse del 62%”. L’Italia sta ormai da anni sistemando ogni tassello per far si che in ogni scenario di incertezza sui mercati finanziari esso si trasformi nel delitto perfetto, questo tralasciando per un secondo l’effetto herding e ampliando il campo a qualsiasi bias che affligge il mondo degli investimenti.

Come ogni volta in questa serie per ogni bias cognitivo ci teniamo a sottolineare che la consapevolezza è una delle più importanti armi di cui disponiamo: sapere dell’esistenza di questa trappola mentale può aiutarci a non esserne vittima. Una consapevolezza minima diffusa è perseguibile solo con programmi strutturali d’educazione finanziaria. Oltre a questo, nel valutare un prodotto finanziario è cruciale affidarsi a professionisti nel settore che non baseranno le proprie scelte su principi irrazionali. Inoltre, è bene non affidarsi ai consigli di amici e parenti, poiché la percezione altrui del rischio finanziario e le disponibilità economiche potrebbero non coincidere con le nostre.

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