Attualità, Opinioni

Contro il sovranismo: a lezione da Stagnaro e Saravalle

Quante volte abbiamo sentito la parola “sovranismo“? Nel linguaggio politico, questo termine è entrato oramai stabilmente e ne sentiamo spesso parlare. Quali sono i suoi esiti economici? In questo articolo proponiamo una breve recensione di “Contro il Sovranismo economico”, un ottimo libro sul tema, scritto da Carlo Stagnaro ed Alberto Saravalle; una recensione a metà tra il letterario e il tecnico, che cerca di bilanciare – per quanto possibile – commenti agli aspetti tecnici e quelli letterari.

L’economia internazionale: la vera protagonista

Un carattere distintivo del libro, edito da Rizzoli, è il taglio molto internazionale datogli dagli autori; un taglio che si evidenzia non solo nella capacità di portare esempi sui temi trattati provenienti da diverse parti del mondo, ma anche dall’importanza assegnata all’economia internazionale.

Grande rilievo all’interno del libro hanno infatti temi come i dazi, le barriere non tariffarie e in generale i vincoli agli investimenti diretti esteri (spicca a mio avviso l’analisi del tema di attualità come il golden power); fatto – questo – che denota la grande capacità degli autori di saper coniugare divulgazione di carattere teorico e capacità di analisi empirica. Molto interessanti sono, sotto questo aspetto, i capitoli 4,6,7,8,9 e 10); in cui sono ben evidenziati i “lacci e lacciuoli” posti dagli Stati per impedire la libera circolazione di merci, capitali e persone. Una nota particolare, in questo senso, va posta al quarto capitolo (dedicato al controllo sugli investimenti esteri) ed al sesto (dedicato al libero scambio); in cui sono particolarmente evidenti gli interventi (dannosi) di politiche protezioniste.

Concorrenza: un bene da tutelare

Altra grande protagonista (che occupa un intero capitolo, il quinto) è la concorrenza; una parola che al giorno d’oggi sembra un tabù, ma che – se adeguatamente implementata – porta ad innumerevoli vantaggi per il consumatore e l’economia in generale. Una concorrenza, questa, considerata sia a livello interno (viene degna di nota è la storia – travagliata e a tratti per nulla trasparente – delle “privatizzazioni all’italiana”); sia a livello estero, confermando il grande taglio internazionale che si è voluto – giustamente – dare al libro.

Grande risalto viene, inoltre, dato dal ruolo dell’Unione Europea nel favorire la concorrenza; ripercorrendo la storia della competition policy dell’Unione ed evidenziando come – spesso – gli scarsi successi ottenuti in questo campo siano frutto, piuttosto che alla concorrenza ed alle regole europee, all’eccessiva discrezionalità che (ancora) gli Stati hanno in materia.

Commenti stilistici

A livello stilistico, il libro si presenta godibile alla lettura, non eccessivamente pesante e comprensibile anche ad un pubblico più ampio; a testimonianza della grande capacità di raccolta, analisi e sintesi dei dati e dei fatti empirici; resa ancor più evidente dall’esposizione semplice, diretta e assolutamente non “ex cathedra” (ma non per questo non rigorosa e precisa) che gli autori utilizzano. Una facilità di linguaggio e di comunicazione che, insomma, è il riflesso di una grande competenza con riferimento ai temi trattati nel libro.

Un libro che lungi dall’essere un calderone di concetti e dati economici è al contrario un saggio semplice ma preciso; comprensibile da persone con un diverso livello di cultura economica. Un libro universale, insomma, come il messaggio di libertà ed apertura che mira a comunicare.

Sovranismo: l’unica strada possibile?

Universalità, questa, che non si evince solo da questo, ma anche dagli (innumerevoli) riferimenti storici, politici e culturali che fa nel parlare delle diverse politiche. Il libro comincia infatti con un dotto e azzeccatissimo riferimento a Stefan Zweig ed al suo “Il mondo di ieri”, utilizzato per evidenziare il radicale cambio di paradigma che – nel corso del tempo – si è registrato negli ambienti culturali, politici ed economici della vecchia Europa, della (relativamente) giovane America e della nascente Cina.

Il periodo temporale coperto, infatti, va dalla fine degli Anni 70 fino ai giorni nostri. Tale ampiezza temporale, da un lato tecnicamente utile, è anche indicativa di una grande capacità di lettura della storia da parte degli Autori; i quali mostrano come le ricette proposte una certa parte politica siano – in maniera del tutto coerente con i “corsi e ricorsi storici” – siano del tutto “vecchie”, stantie e fallimentari; indipendentemente dal fatto che tali ricette siano proposte a livello di stato nazionale o, ancora peggio, a livello europeo (molto interessante è, in questo senso, il capitolo 11). Insomma, nuove parole ma vecchie idee: ecco il significato delle ricette proposte dai sovranisti.

In sintesi, “Contro il sovranismo economico” è un libro consigliatissimo: ricco di esempi storici, con un linguaggio non troppo tecnico (ma non per questo impreciso) e portatore di un messaggio multilaterale, non ideologico e pragmatico – di cui soprattutto oggi abbiamo disperatamente bisogno.

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