Economia, Scienze economiche

Crisi Ucraina, ISTAT: Inflazione record, mai così dal 95

La crisi Ucraina sta scuotendo da giorni i mercati e le economie nazionali, colpendo anche l’economia italiana. Le pesanti sanzioni internazionali impartite alla Russia, tra cui il congelamento degli asset russi e l’esclusione delle banche russe dal sistema SWIFT, giocano un ruolo determinante nei già delicati, ora più che mai, equilibri macroeconomici.

Russia-Ucraina: le prime conseguenze della guerra.

Mentre il Rublo Russo scende in picchiata (-30% a poche ore dall’annuncio delle sanzioni), il Bitcoin guadagna il 13,8%.
Nella giornata di oggi, 2 marzo, il cambio EUR/RUB arriva ad un massimo di 125,9. Solo a inizio febbraio il cambio era di 86.

Andamento EUR/RUB. Fonte: Il Sole 24ore

Il repentino innalzamento del tasso d’interesse da parte della Banca Centrale Russa, dal 9,5% al 20%, record assoluto nella storia russa, non sembra star funzionando. La banca centrale russa è di fatto inabilitata a svolgere il suo compito: non può spostare capitali, non può proteggere i risparmi dalla svalutazione. Risparmi a cui i cittadini non possono accedere: le banche russe hanno bloccato i conti per scongiurare una massiccia fuga di capitali.

Crisi Ucraina ed inflazione in Italia, gli ultimi dati.

Le pressioni inflazionistiche in Italia continuano nel frattempo ad intensificarsi. Dal terzo trimestre del 2021, per effetto delle riaperture post crisi pandemica, il livello dei prezzi ha ripreso progressivamente a salire oltre il livello soglia del 2%. (Settembre-2020/Settembre-2021: +2,5%)
La natura delle pressioni inflazionistiche in Italia è mutata radicalmente in questi mesi. In autunno l’aumento dei prezzi era legato alla ripresa economica (la cosiddetta inflazione “demand pull”) mentre ora dipende in larga parte dalle conseguenze della crisi Ucraina (inflazione “cost push”), tra cui l’aumento del prezzo dei beni energetici (la cui crescita passa da +38,6% di gennaio a +45,9%)

L’Istat comunica che nel mese di febbraio 2022 l’indice NIC (indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività) ha registrato un aumento dello 0,9% su base mensile e del 5,7% su base annua, al netto dei tabacchi. Valore più alto, si evidenzia nel comunicato, dal 1995.
L’inflazione di fondo, ossia al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +1,5% a +1,7% e quella al netto dei soli beni energetici da +1,8% a +2,1%.
Aumenta anche l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) del 6,2% su base annua (da +5,1% di gennaio)

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