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Elezioni 2022, Il programma di Meloni e Salvini costa almeno 90 miliardi!

Elezioni 2022, i partiti presentano simboli e programmi e il principale atteso è il programma della coalizione di centrodestra. Meloni e Salvini hanno lanciato molte proposte ma sono credibili? Si continua a sentire che il programma del centrodestra a trazione meloniana è serio e responsabile dato che lei fa riferimento a un principio di responsabilità e di al non promettere l’irrealizzabile. Analizziamo questo programma e vediamo se è vero.

Elezioni 2022, più spesa e meno tasse nel programma di Meloni e Salvini

Guardando il programma della coalizione emergono delle proposte che comportano una riduzione delle entrate fiscali o un aumento delle spese e quindi andrebbero a peggiorare il saldo primario dei conti dello Stato. Vediamole insieme:

  • Adeguamento delle spese militari agli obblighi NATO, ovvero al 2% del PIL, e questo richiederebbe circa 8-10 miliardi di spesa aggiuntiva.
  • Infrastrutture fisiche e digitali, alta velocità, e banda larga, cose già previste nel PNRR condizionato alle riforme che loro hanno bloccato facendo cadere Draghi.
  • Meno tasse: taglio del cuneo fiscale, regime forfettario sino a 100.000 euro, flat tax incrementale (targata Meloni-FdI) con prospettive di ulteriore ampliamento, principio del più assumi e meno paghi, abolizione IVA prodotti di prima necessità ed aumento beni sottoposti ad aliquote IVA basse. Tutto questo costerà almeno 30 miliardi a e ovviamente nessuna copertura.
  • Aumento spese per infanzia e famiglia con asili nido gratuiti, aumento assegni familiari, quoziente familiare ecc ecc, ed ovviamente nessuna copertura.
  • Aumento spese per assunzioni, dotazione e stipendi delle forze dell’ordine oltre a prevedere la costruzione di nuovi carceri e la riqualificazione delle aree degradate.
  • Aumento spese sanitarie ed assunzione di medici ed infermieri.
  • Introduzione di un sistema di ammortizzatori sociali più equi e universali. Rafforzamento delle politiche di formazione e inclusione nel mondo del lavoro da finanziare con la revisione del reddito di cittadinanza (che non è un pozzo senza fondo).

Pensioni minime a 1000 euro e Quota 41? Costano almeno 42 miliardi

  • Aumento pensioni minime sociali e di invalidità e flessibilità in uscita dal mondo del lavoro con accesso alla pensione, se come dicono si tratta di portare le minime a 1000 euro e di introdurre la Quota 41 targata Salvini-Lega. Abbiamo maggiori spese per almeno 42 miliardi.
  • Riqualificazione periferie e rilancio edilizia residenziale pubblica.
  • Transizione energetica con aumento della produzione di energia rinnovabile. Diversificazione degli approvvigionamenti energetici. Sfruttamento pozzi di gas nazionale. Efficientamento energetico ed energia nucleare. Anche qui azioni che stava promuovendo in gran parte Draghi stesso anche con le risorse del PNRR, e loro lo hanno bloccato.
  • Investimenti nell’economia circolare, e nelle reti idriche, cose previste dal PNRR e che Draghi aveva annunciato in parlamento quando ha chiesto loro la fiducia.
  • Sussidi all’agricoltura.
  • Investimenti per la scuola attraverso l’ammodernamento delle attrezzature, l’edilizia scolastica, l’aumento delle borse di studio, stabilizzazione dei docenti e aumento delle spese per la formazione, scuole tecniche professionali e innalzamento della spesa in ricerca ai livelli europei, anche qui cose in gran parte previste dal PNRR, a parte l’aumento delle spese in ricerca dove il PNRR stanzia 11,8 miliardi aggiuntivi in 6 anni, quindi circa 2 miliardi all’anno, mentre la spesa in ricerca e sviluppo in UE è in media leggermente superiore al 2% del PIL, quindi considerato che noi siamo all’1,4-1,5% e tenendo conto degli 1,8 miliardi annui già previsti dal PNRR, ci servono almeno altri 7-8 miliardi aggiuntivi.
  • Investimenti nell’impiantistica sportiva, borse di studio per meriti sportivi, incentivi all’artigianato, alla creazione di startup.

Questo programma costa almeno 90 miliardi

Considerando prudenzialmente le promesse quantificabili fatte da Meloni, Salvini e Berlusconi in vista di queste elezioni 2022 senza considerare le altre, che in parte sono già state previste dal PNRR che affermano di voler rinegoziare ma che sarebbe messo a rischio se si bloccasse il processo di riforme, abbiamo maggiori costi di almeno 90 miliardi all’anno. Sempre riguardo la presunta serietà di chi vi fa queste promesse che non devono essere irrealizzabili, nel programma c’è scritto che l’Ue deve essere più politica e meno burocratica e che bisogna rivedere il Patto di Stabilità e Crescita per assicurare crescita duratura e piena occupazione, sembra insomma che stiano chiedendo la possibilità di indebitarsi senza vincoli.

Infine, a coloro che si chiederanno come mai il PNRR sarebbe a rischio con loro, basta osservare che nel programma ci sono chiari riferimenti al fatto che non si faranno determinate riforme previste dal PNRR, ovvero quando si dice “no a patrimoniali mascherate”, si intende niente riforma del catasto, e quando si dice “tutela delle imprese balneari italiane”, si intende blocco della riforma sulla concorrenza in particolare riguardo le concessioni balneari.

Il PNRR infatti non è un semplice programma di investimenti, ma un programma di riforme con investimenti ad esse condizionati e scadenze da rispettare, pena la mancata erogazione dei finanziamenti da parte dell’Unione.