Site icon EconomiaItalia

Excel e competenze digitali: più importanti della storia?

Excel Storia competenze digitali

Nella giornata di ieri un post di RTL 102.5 ha portato a livello nazionale una provocazione lanciata dall’Istituto Liberale che ha posto la domanda “È più importante, nel mercato del lavoro, saper usare Excel o conoscere la differenza tra valvassini e valvassori?”

Colgo l’occasione per portarvi la mia esperienza in ambito di risorse umane in cui ho avuto modo di mettere alla prova molti candidati sulle competenze informatiche e in particolare quelle su Excel.

Il test su Excel in cui quasi tutti hanno fallito

All’atto pratico per testare queste competenze somministro un test con tre parti: la prima per testare la capacità di utilizzare filtri (test sbagliato dal 70% dei candidati), la seconda per testare la capacità di usare funzioni semplici di CONTA.SE e SOMMA.SE (o CONTA.PIÙ.SE e SOMMA.PIÙ.SE) che fa schiantare il 95% dei “sopravvissuti” al primo test e infine un terzo test, che non viene superato quasi da nessuno, in cui si mette alla prova la capacità , lavorando su pochi dati di Bed&Breakfast, di fornire, dato il nome del B&B, il codice associato. Quest’ultimo test può essere risolto in molti modi diversi, ad esempio con la funzione CERCA.VERT (o la nuova CERCA.X) ma ho visto tantissimi candidati cercare soluzioni a dir poco bizzarre.

Le considerazioni sulle competenze digitali

Nella mia esperienza posso solo affermare che le competenze digitali sono di fondamentale importanza e che in molte aziende sono giustamente previsti test appositi nei colloqui di assunzione.

Questa importanza è rafforzata da alcuni dati che fanno emergere un grave problema di digital divide in Italia rispetto ai principali paesi partner: se consideriamo la principale tecnologia abilitante, cioè l’accesso a internet, l’Italia si colloca sotto la media OCSE per numero di sottoscrizioni di abbonamenti di banda larga in rapporto alla popolazione. Da questo dato possiamo comprendere che molti giovani che dovrebbero formarsi non hanno neanche accesso alla rete.

C’è anche una questione di opportunità educative come evidenziato dalle indagini OCSE-PISA dalle quali emerge che gli studenti privi di accesso a internet per svolgere i compiti a casa pagano questa mancanza con peggiori risultati nei test standardizzati.

Secondo analisi ISTAT solo il 39,4% dei giovani tra i 16 e i 19 anni ha competenze digitali elevate, percentuale che sale al 45,1% della fascia 20-24 anni. Includendo chi ha competenze di base si raggiunge il 70% e dunque anche nelle fasce più digitalizzate rimane un 30% di persone senza competenze digitali.

Andando nel dettaglio delle competenze digitali dei neodiplomati con competenze “almeno buone” emerge che solo il 46,9% dei ragazzi e il 37,7% delle ragazze sanno utilizzare i fogli di calcolo (e quindi il nostro Excel della discordia). Guardando invece le vere competenze avanzate (realizzazione siti web, programmazione, gestione reti e database) il livello si riduce ulteriormente.

Bene parlare di questo tema

Dopo aver portato dati ed esperienza personale colgo l’occasione per apprezzare il fatto che Istituto Liberale e RTL 102.5 abbiano portato alla luce il tema da affrontare però senza stigmatizzare la scuola pubblica, poiché, come si legge dai dati, professori meno digitalizzati non possono che portare a studenti meno digitalizzati. La prossima generazione dovrà essere in grado di insegnare alla successiva tutti i rudimenti dell’informatica, altrimenti l’Italia rimarrà sempre il fanalino di coda dell’Occidente.

Questo contenuto è disponibile anche come video sul canale di EconomiaItalia

Exit mobile version