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Il crollo di Meta in Borsa

Il crollo di Meta

Negli scorsi giorni Meta, la società guidata da Mark Zuckerberg ha registrato un pesante crollo in Borsa. Si vocifera che gli investitori siano delusi dagli ultimi dati trimestrali della compagnia. Cosa succederà a Meta? Ne parliamo nell’articolo di oggi.

Che cos’è Meta?

Prima di parlare di quanto successo a Meta negli scorsi giorni, è bene spiegare cosa sia la società e di cosa si occupi. Meta Platforms Incorporated, ex Facebook, è una società che controlla i servizi social Instagram e Facebook. Inoltre, si occupa di gestire i servizi di messagistica instantanea, Whatsapp e Messenger. Come spiegato dallo stesso Zuckerberg, la scelta del cambio del nome riguardava in particolar modo la volontà di esplorare un nuovo mercato, il metaverso. Dietro l’apparente operazione di rebrandig, tuttavia, potrebbe esserci la decisione della stessa azienda di voltare pagina dopo i recenti scandali.

Il crollo in borsa di Meta

Il 3 Febbraio del 2022, dopo un’iniziale euforia riguardo Meta, la società ha subito un tracollo in Borsa. Il suo valore ha perso 230 miliardi di dollari. Inoltre, le azioni sono crollate del -26,4%, a causa della pubblicazione dei pessimi dati trimestrali. Quest’ultimi come dicevamo all’inizio dell’articolo, hanno deluso non poco gli investitori. Infatti, per il trimestre in corso Meta ha previsto ricavi tra i 27 e 29 miliardi di dollari, mentre gli analisti si aspettavano una cifra intorno ai 34,35 miliardi. Inoltre, l’utile netto è stato pari a 10 miliardi di dollari, un valore nettamente inferiore alle attese. Quali sono le cause del crollo del valore in Borsa? Innanzitutto, un calo degli utenti giornalieri attivi, avvenimento che non accadeva da 18 anni. Il motivo riguarderebbe in particolar modo l’affermazione di due social come TikT ok e Youtube, in grado di attirare utenti più giovani.

Apple e la raccolta dei dati degli utenti

Questa tuttavia non rappresenta l’unica ragione del crollo delle azioni di Meta. In un recente video abbiamo parlato come Apple abbia modificato le impostazioni del proprio sistema operativo IOS, che obbliga a chiedere l’autorizzazione per la raccolta dei dati degli utenti. Meta, essendo la seconda compagnia di pubblicità digitale dopo Google, ha visto una diminuzione delle inserzioni pubblicitarie. Secondo James Calyton, analista della BBC, Meta viene visto come un brand “velenoso”, non più il luogo più cool dove lavorare come dieci anni fa. Di conseguenza, non riesce più ad attrarre talenti.

La paura di dover chiudere in Europa

Una delle preoccupazioni di Meta è inoltre la paura di dover chiudere Facebook e Instagram in Europa. Mark Zuckerberg ha infatti annunciato nel suo rapporto alla SEC (Ente Statunitense che vigila sulla Borsa) che potrebbe chiudere alcune attività in Ue. Il motivo è legato all’utilizzo e alla conservazione dei dati degli utenti europei sui server statunitensi. Al momento non si tratterebbe però di una notizia ufficiale, come ribadito da uno stesso portavoce dell’azienda. Tuttavia, come ribadito dal portavoce della Commissione Europea, Eric Mamer, la legislazione europea sui dati è chiara: i valori e gli interessi dei consumatori e dei cittadini sono al centro della legislazione.

Come si evolverà la situazione di Meta nei prossimi mesi? si tratterà solamente di un crollo temporaneo?

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