Attualità

Il fallimento di un certo tipo di giornalismo italiano

Nel pomeriggio di lunedì 15 marzo 2021, l’AIFA ha sospeso in via precauzionale l’utilizzo del vaccino AstraZeneca, in risposta alle numerose segnalazioni dei giorni precedenti di casi, ancora da verificare, di complicanze circolatorie riscontrate in alcuni individui vaccinati. AIFA ha spiegato in un comunicato che la decisione è “del tutto precauzionale e temporanea” e si attende la decisione dell’Agenzia europea per i medicinali, l’EMA. Questo comunicato segue quello di una settimana fa in cui AIFA aveva sospeso un lotto del vaccino di AstraZeneca, il numero ABV2856, in seguito ad alcune segnalazioni anch’esse da verificare ed analizzare. AIFA, fino al pomeriggio di ieri, aveva adottato un approccio scientifico fondato sui dati e sulle analisi, infatti in un comunicato rilasciato a seguito della sospensione del lotto aveva affermato che: “I casi di decesso verificatisi dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca hanno un legame solo temporale. Nessuna causalità è stata dimostrata tra i due eventi. L’allarme legato alla sicurezza del vaccino AstraZeneca non è giustificato”. Se questo comunicato non fosse sufficiente ad attestare la mancanza di evidenza scientifica si aggiunge quanto dichiarato dal WHO, il quale rassicura che non ci siano elementi per sospendere l’impiego del vaccino AstraZeneca. Inoltre, l’EMA ha aggiunto che: “i benefici del vaccino continuano a superare i rischi e la sua somministrazione può continuare, mentre proseguono le indagini sulle trombosi”.

Pertanto, si può essere d’accordo o meno con la decisione di AIFA di sospendere la somministrazione del vaccino di AstraZeneca, anche se i dati sembrano sostenere una tesi contraria a quella intrapresa da AIFA, tuttavia ciò che è inaccettabile è l’allarmismo creato da giornalisti sciacalli che speculano sulle “non-notizie”. Questo si che è un problema. Un problema non nuovo che affligge l’Italia ormai da molti anni. Ovunque si possono vedere titoli sensazionalistici di persone decedute a seguito della somministrazione di uno qualsiasi dei vaccini fin qui approvati. Infatti, se non è provato scientificamente che ci sia un nesso causale tra somministrazione e decesso, quel che è certo è che questi articoli, video, notizie sconclusionate contribuiscono ad aumentare la psicosi generale e distorcono la realtà. Non è importante se all’interno dell’articolo o in un trafiletto viene ricordata la mancanza di causalità, la cosa aberrante sta proprio nella mancanza di onestà di certe testate giornalistiche e pagine web. Se manca la causalità, o non è verificata, qual è la notizia di cui parlare? Nessuno solleverebbe mai dei sospetti in merito ad un decesso a seguito dell’assunzione di una tazzina di caffè due giorni prima perché giustamente manca la causalità e ovviamente la correlazione temporanea non basta.

La psicosi e l’allarmismo creati e le conseguenti pressioni su agenzie come AIFA creano delle polemiche e dei rallentamenti che inficiano i volumi di somministrazione causando il prolungarsi della pandemia.

Le persone purtroppo perdono la vita, è natura, è statistica. Anche senza che ci sia una causalità con una qualsivoglia sostanza.  In Italia ogni giorno muore 1 italiano ogni 34000, ossia 1738 italiani circa.

La mia domanda, quindi, è questa: “quando aumenterà il volume vaccinale e verranno inoculate 300.000 o 400.000 persone al giorno, le testate giornalistiche avranno ancora il coraggio di additare ai vaccini le colpe degli inevitabili decessi che avverranno?”

Perché si, è pura statistica, sarà inevitabile osservare dei decessi completamente casuali tra i vaccinati estratti. La probabilità che almeno una persona perda la vita in un gruppo di 400.000 persone con una probabilità di 1/34000, è superiore al 99%. Ormai il danno d’immagine per AstraZeneca è cosa fatta: a prescindere dalle evidenze scientifiche verrà considerato da parte del grande pubblico il “vaccino pericoloso” ed “inaffidabile”.

Se il panico indotto e percepito continuerà a bloccare lotti e creare rallentamenti probabilmente la pandemia in Italia durerà più del previsto.

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