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La storia è in nostro possesso?

“Kτημα ες αιει”, insegnamento per il futuro. In questo modo lo storico greco Tucidide esplicitò lo scopo della sua storiografia; fatta non per dilettare, ma per fornire “un possesso per sempre” della storia. L’ateniese intendeva dare una chiara e definita conoscenza della storia in modo da orientare il futuro.

Non c’è due senza tre: un posto nella storia e nello scacchiere internazionale

Ad oggi, la potenza emergente è la Cina; al contrario gli Stati Uniti, stanno vivendo un declino. Accanto a queste due potenze, la Russia si è ritagliata un ruolo; complice il progresso economico avvenuto dopo la salita al potere di Vladimir Putin.  

La Russia fa parte dei BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), cioè quei paesi che dagli anni 2000 hanno registrato un’economia in forte crescita, in grado di attrarre investimenti e in grado di poter sfidare le Istituzioni di Bretton Woods: Fondo Monetario Internazionale, Banca Mondiale e Organizzazione mondiale del commercio, per avere un maggiore peso al loro interno. Nonostante nello scacchiere internazionale Cina e Usa siano le due principali superpotenze in conflitto, non bisogna trascurare il grande orso russo; che, per paura dell’entrata nella Nato dell’Ucraina, ha invaso quest’ultima tra il 24 e il 25 febbraio. Stati Uniti e dell’Europa, sulla vicenda non hanno avuto una voce unanime, complice la forte dipendenza europea dal gas russo.

Democrazia in affanno

L’invasione dell’Ucraina, nel contesto italiano ha suscitato una doppia lettura a livello partitico: basti pensare alle parole di Conte e ha ciò che aveva promesso nel 2014 fino alla presa di posizione di netta condanna di Enrico Letta. Questa doppia lettura rappresenta la cosiddetta “Recessione democratica”, termine coniato dallo studioso di democrazia Larry Diamond con il quale si definisce non solo la continua erosione della democrazia ma anche la capacità dei leader autoritari di aver costruito dei regimi ibridi; capaci di attirare l’attenzione di partiti democratici.

Esemplificativi sono i casi di Giorgia Meloni, che ha accusato Biden di aver preparato il terreno all’invasione dell’Ucraina; così come i viaggi di Salvini in Russia, o le parole dell’ex pentastellato Di Battista. Degli esempi, questi, di come sia forte la capacità di stati non democratici o apparentemente democratici di diventare un’attrattiva, un modello. In questo periodo storico in cui i nazionalismi stanno risorgendo e in alcuni paesi sono al potere e lo Stato di diritto è in continua erosione, vale la pena chiedersi se non siano le basi democratiche ad essere a rischio, insieme alla consapevolezza delle persone su cosa sia una democrazia e le sue radici. Montesquieu affermava:

“La tirannia di un principe non porta uno Stato più vicino alla sua rovina di quanto l’indifferenza del bene comune non vi porti una Repubblica”. L’unico augurio è che le persone capiscano la gravità della situazione”

Democrazia e diritti umani: beni universali, ma non adatti a tutti

Le olimpiadi invernali di Pechino iniziate il 4 febbraio, sono state lo sfondo della rinnovata alleanza tra il dragone e l’orso. Questa volta, però, la dichiarazione congiunta resa nota inseguito presenta una nuova definizione dei rapporti tra i due paesi. I due hanno concordato un’alleanza che ha lo scopo di contrapporsi alla Nato e chiedono a quest’ultima di abbandonare il suo approccio da Guerra Fredda. Entrambi gli attori riconoscono la democrazia come valore umano universale; ma questa non può essere adatta a tutti i paesi. Quindi spetta a questi ultimi scegliere le forme e i metodi di attuazione di essa che meglio si confanno.

Queste parole confermano la teoria di Diamond: i paesi che non hanno un regime democratico o quei paesi che lo hanno saranno attratti da questo tipo di alleanza e ciò comporterà un allargamento degli alleati sino-russi. Un altro paragrafo importante di questa dichiarazione la si trova nella definizione di diritti umani, che sono il diamante europeo, il suo vessillo: nella dichiarazione si afferma che sia la Carta delle Nazioni Unite che la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani hanno nobili obiettivi, ma bisogna tenere conto anche delle specificità nazionali, delle differenze storiche, della cultura e del sistema economico-sociale vigente.

Capire la storia, definire il futuro

In Occidente, quando vennero definiti i diritti umani, non si tenne conto dei vari background dei paesi verso i quali, in futuro, ne sarebbero stati chiesti il rispetto. Questa è uno dei principali scogli tra Occidente, i paesi democratici e il resto del mondo. Non è un caso che i diritti umani siano nati in un contesto che aveva le conoscenze adatte e la volontà di vivere in un contesto democratico, basti pensare che la Magna Charta Libertatum (1215) rappresenti un primo passo verso i diritti umani; il Bill of Rights (1628) nota come dichiarazione delle libertà civili sia stato il passo successivo.

Insomma, se la democrazia è nata in un determinato luogo ed è stata voluta da altri paesi era perché vi erano le condizioni adatte. La stessa parola “democrazia” vuol dire governo del popolo; ma anche governo per il popolo e governo dal popolo: quest’ultimo è il protagonista e deve essere lui a volerlo.

In Occidente si dà per scontata la democrazia; ma ora più che mai è in pericolo: la crescente sfiducia verso le istituzioni, la disuguaglianza crescente, la mancanza di conoscenza e di studio della democrazia sia da parte dei cittadini che da parte delle istituzioni, la crescente apatia, il restringimento del diritto di voto in America, sono tutti segnali che dovrebbero allarmare sia dal punto di vista storico, poiché alcuni punti ricordano un passato doloroso, che in questi giorni, anche se ridimensionato, si sta riproponendo; sia per quanto riguarderà il futuro, poiché spetta a noi, alla generazione di questo secolo non commettere gli errori del passato. Spetta a noi non rifare gli errori che sono stati commessi. La frase“Kτημα ες αιει” serve a ricordarci come conoscere la storia può definire e aiutarci a conoscere il futuro. L’unico augurio è che il mondo lo capisca.

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