Geopolitica, Politica

L’ombra di una nuova Rivoluzione Culturale

A partire da questo mese, tutte le scuole elementari cinesi inizieranno ad “insegnare” ai loro piccoli allievi l’ideologia del Presidente, ovvero il: “Pensiero di Xi Jinping sul socialismo con caratteristiche cinesi per una Nuova era”.

Questa educazione, che altri definirebbero indottrinamento, ricorda fin troppo i lasciti di alcuni suoi illustri predecessori. Prima di Xi, solamente 4 leader cinesi erano riusciti ad imporre la loro linea ideologica nella costituzione del Paese: Mao Zedong, Deng Xiaoping, Jiang Zemin e Hu Jintao. Ma solo i testi di Mao e Xi rientrano nella classe letteraria di “pensiero”, che per i cinesi ha un valore ben più importante delle “teorie” degli altri tre leader appena citati.

I pensieri di Xi non sono però una collezione scritta volontariamente e coerentemente dall’autore, bensì ci troviamo di fronte ad un volume di citazioni in corso d’opera, com’è facile notare dai repentini ed imprevedibili attacchi contro questo o quel nemico ideologico del paese ed i cambi di direzione impensabili fino a poche settimane prima: dall’assalto a Jack Ma (magnate del mondo Tech cinese e proprietario di Alibaba), che si è poi trasformato in una “persecuzione” a tutte le grandi aziende Hi-Tech cinesi; ai nuovi limiti orari imposti ai giovani videogiocatori, che si sono trasformati in una testa di ponte utile all’assalto delle star “effemminate” (che vengono definite col termine dispregiativo “carne fresca” ma di questo parleremo in un altro articolo), fenomeno che il governo ha deciso di contrastare tramite una campagna di mascolinizzazione ed “eliminazione” dei suddetti cantanti ed autori ormai inutili agli scopi del Governo Centrale, basti pensare alle ormai settimanali accuse di frode fiscale e le conseguenti damnatio memoriae con relativa cancellazione totale della loro presenza dalle piattaforme online.

Il People’s Daily (il quotidiano più letto della Cina, all’effettivo l’organo di stampa ufficiale del Partito Comunista Cinese) tuonava in questi giorni: “Si sono accorti tutti che un profondo cambiamento si sta avvicinando”. Nel testo l’autore attacca senza ritegno il capitalismo consumista di stampo americano e tutti i suoi veleni, che hanno ormai infettato la gioventù cinese e di come gli “Stati Uniti stessi stiano lanciando continui attacchi sociali, cibernetici, finanziari e biologici (al momento la linea ufficiale del governo cinese è che il covid sia un’arma biologica creata dagli americani per attaccare e distruggere economicamente la Cina)”.

La disperata ricerca di un nemico e la proposta di una soluzione di stampo cinese risuona nell’articolo, dove si annuncia che “la serie di rettifiche (ndA sociali/economiche) adoperate dalla Repubblica Popolare Cinese ci dimostrano che la Cina sta attraversando dei grandi cambiamenti, dal lato economico, finanziario, culturale, sociale e politico verso un profondo cambiamento, o meglio, una Profonda Rivoluzione”. Queste parole sono molto importanti perché vengono pronunciate da un giornale che, all’effettivo, rappresenta il portavoce cartaceo del Partito Comunista Cinese e non rappresentano solamente le idee e fervori di un giornalista semplicemente allineato ai dettami del Governo, bensì ne sono voce diretta.

Parole che sembrerebbero annunciare una nuova Rivoluzione Culturale, una Rivoluzione Culturale 2.0 che, continuo a citare, “spazzerà via tutta la polvere, il Mercato Economico non sarà più un paradiso utile ai Capitalisti per diventare ricchi in un batter d’occhio, il Mercato Culturale non sarà più un paradiso per le Star Ninfomani. Le News e le ideologie politiche non saranno più luoghi atti al culto delle idee Occidentali. Ritornerà il Rosso, ritorneranno gli Eroi e ritornerà il Sangue, perciò, dobbiamo controllare tutto questo caos culturale e costruire una cultura vivace, sana, mascolina, forte e a misura d’uomo. Dobbiamo spezzare il caos della grande manipolazione capitalista, azzerare i monopoli e respingere i soldi sporchi che scacciano quelli puliti. […] “

Insomma, la Cina dell’Imperatore Xi pare avviarsi verso un processo di rafforzamento dei già ben presenti movimenti nazionalisti, del culto della persona del suo Presidente, del rafforzamento del Socialismo di Stampo Cinese e del ritorno ad una dialettica rabbiosa e avversaria al mondo occidentale, memore di un periodo in cui l’unico pensiero consentito era quello di un piccolo quadernetto rosso.
Per nostra fortuna i testi di Xi Jinping sono ben più pesanti di quelli del suo illustre predecessore, forse l’occidente ha ancora del tempo per prepararsi al peggio, nel mentre i volumi dei libri consentiti dal Governo, iniziano lentamente ad assottigliarsi.

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