Politica, Quirinale

Verso il Quirinale – Enrico de Nicola

La settimana che si avvicina si preannuncia intrigante con l’inizio delle procedure per eleggere il prossimo inquilino del Quirinale.

Vogliamo accompagnare la vostra attesa guardando al piuttosto che al futuro con delle piccole biografie dei passati Presidenti della Repubblica. Un approccio simile lo abbiamo utilizzato in nostro video parlando della mancata elezione di Romano Prodi. Oggi partiremo, invece, dagli albori della storia repubblicana parlando di Enrico de Nicola.

Chi può essere eletto?

Prima di partire, potrebbe essere utile richiamare in breve come viene eletto il Presidente e quali sono i requisiti minimi per diventarlo.

Come disposto dall’articolo 84 della nostra Carta Costituzionale, il requisito per poter essere eletto Presidente è l’aver compiuto i 50 anni d’età e di godere dei pieni diritti civili. L’elezione del vincitore avviene grazie all’intervento del Parlamento in seduta comune (come disposto dall’articolo 83) e da 58 elettori, rappresentanti delle diverse regioni italiane (tre per regione, ad eccezione della Valle d’Aosta che ne elegge uno). I quorum richiesti cambiano a seconda delle votazioni: dalla prima alla terza è richiesta la maggioranza dei due terzi dell’Assemblea; dalla quarta votazione è sufficiente la maggioranza assoluta.

Lo spoglio dei voti lo fa il Presidente della Camera, il quale legge i nomi dei candidati ad alta voce in aula.

Enrico de Nicola: chi era?

Dopo questo excursus teorico, parliamo del primo residente del Quirinale, Enrico de Nicola.

Il capo provvisorio dello Stato nasce a Napoli nel 1877 da Angelo de Nicola e Concetta Capranica. Di formazione classica, il giovane de Nicola si laurea in giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli nel 1896.

Il suo primo impiego, consistente nel curare la redazione del quotidiano settoriale “Don Marzio” (che scriveva di vita giudiziaria), lasciava presagire scarse possibilità di carriera politica per l’allora ventiduenne Enrico; ma nel 1909 viene eletto deputato, sebbene – non avendo prestato il necessario giuramento per partecipare alle funzioni da Parlamentare – non esercitò mai quell’attività.

Di orientamento liberale giolittiano, proseguirà la sua carriera politica ricoprendo per il governo Giolitti diverse posizioni (sottosegretario di Stato per le colonie tra il 1913 e il 1914 e sottosegretario del Tesoro nel 1919); passando per la sua elezione a presidente della Camera nel 1920 (confermato fino al 1924), fino ad arrivare all’epoca del fascismo (durante la quale si ritirò dalla vita politica per esercitare come avvocato).

La svolta: de Nicola al Quirinale

La svolta nella vita politica del Nostro si ha nel 1946, anno di nascita della Repubblica. Già da qualche anno, tuttavia, de Nicola era tornato ad occuparsi di politica, in special modo con la redazione del “compromesso”; con il quale nasce la “Luogotenenza”.

Il culmine della carriera politica di de Nicola arriva, tuttavia, con la sua elezione a Presidente della Repubblica. Dopo il referendum del 2 giugno del 1946, che aveva visto vittoriose le forze repubblicane, ventisei giorni dopo l’Assemblea Costituente elegge de Nicola con 396 voti a favore.

Insediatosi il 15 luglio dello stesso anno, il neoeletto capo dello Stato rassegna le sue dimissioni a causa delle sue condizioni di salute; tuttavia lo diventerà nuovamente il 26 giugno 1947 con 405 voti favorevoli su 431 e – dal 1 gennaio 1948 – assume nuovamente la carica, assumendo l’onore di promulgare la Costituzione repubblicana.

Dopo la presidenza: presidente del Senato, della Consulta e morte

Dopo la presidenza, il 12 maggio 1948, de Nicola diventa senatore a vita. Durante la prima legislatura (sotto il mandato di Einaudi) fu eletto presidente del senato (fino al giugno del 1952); per diventare giudice costituzionale prima (1955) e presidente della Consulta poi (1956).

Muore a Torre del Greco nel 1959 ad 81 anni, inumato nel cimitero di Poggioreale a Napoli.

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