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Rivoluzione digitale in Italia: ennesimo flop?

Un argomento al centro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è la rivoluzione digitale. In un recente articolo abbiamo parlato come l’Italia, nonostante i recenti sforzi nella digitalizzazione dei servizi, sia indietro rispetto alla media UE. Grazie ai fondi del Recovery Fund, l’Italia potrebbe risolvere queste problematiche. Tuttavia, la rivoluzione digitale ha già subito un primo intoppo. Ne parliamo nell’articolo di oggi.

Bandi deserti e poca trasparenza

Nonostante un avvio molto promettente, Il ministero della Transizione guidato da Vittorio Colao ha avuto una prima battuta d’arresto. Le cause di questo “flop” sono attribuibili ai bandi deserti, alla poca chiarezza sulle tempistiche e, in particolar modo, agli obiettivi per il 2022. Infatti, la prima gara della “Strategia per la Banda Ultralarga” riguardante il collegamento delle isole minori non è andata a buon fine. Ma non si tratta dell’unica. Il bando “Maas 4 Italy- Mobility as a Service”, che ha come obiettivo quello di delineare la mobilità da un punto di vista sostenibile e digitale, non ha trovato delle aziende interessate. Il risultato è stato quello di dover essere pubblicato nuovamente e con una nuova scadenza.

Questa rivoluzione digitale “non s’ha da fare”

Una rivoluzione impossibile, quindi? Non proprio.

Un possibile ostacolo alla digitalizzazione potrebbe essere la carenza di fondi a disposizione del Ministero della Transizione Ecologica. Nulla di più sbagliato. Le risorse per il raggiungimento del primo obiettivo del Piano ammontano a 49,86 miliardi di euro; tutti ancora inutilizzati. Secondo alcune fonti governative, le cause di questo rallentamento sono da attribuire alla mancata comunicazione fra Enti centrali ed Enti Locali. In sintesi, i Comuni sanno quante risorse ricevere, ma non sanno come utilizzarle. Ancora più complicata e confusa è la questione dell’investimento sul “Rafforzamento dell’infrastruttura tecnologica e degli strumenti per la raccolta, l’analisi dei dati e la simulazione”.

L’accordo sottoscritto tra il Ministero della Salute e il dipartimento della Transizione Digitale, ha come obiettivo quello, previa accordo fra le parti, di realizzare un Fascicolo Sanitario Elettronico.

Istruzione e Sanità le sfide della Rivoluzione Digitale?

Nonostante le enormi perplessità della Rivoluzione Digitale, gli investimenti si presentano ambiziosi. Nei prossimi due anni saranno lanciati dodici bandi, dai borghi minori fino alla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione. In particolar modo, a fine gennaio verranno promossi i progetti “Scuola Connessa” (261 milioni di euro) e “Sanità Connessa” (501,5 milioni di euro) nel settore dell’istruzione e della sanità. Tuttavia, l’assenza di comunicazione fra amministrazione centrale e amministrazioni locali rende più difficile il processo.

Cloud più sicuri per contrastare gli attacchi informatici

L’ultimo nodo da sciogliere per l’attuazione del Piano è il rafforzamento della cybersecurity. A dirlo è lo stesso Vittorio Colao, il quale ha ribadito come il 90-95% dei server della Pubblica Amministrazione siano in pessime condizioni di sicurezza. C’è bisogno dunque di sistemi cloud più sicuri per la salvaguardia dei dati dei cittadini.

Insomma, nonostante le prime difficoltà riscontrate dal Ministero, gli obiettivi per la digitalizzazione dell’Italia sono ambiziosi. Ma senza un coordinamento, sia top-down sia bottom-up, si rischia di sprecare inutilmente questa ennesima occasione.

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