Attualità, Finanza

Russia: verso il default?

Più volte, in questi giorni, vi abbiamo aggiornato sulla situazione militare e politica relativa all’invasione russa dell’Ucraina. I recenti sviluppi, tuttavia, paventano un default del debito della Russia. Vediamo i dettagli.

Le sanzioni occidentali

La Russia, a seguito delle sue operazioni militari in Ucraina, è stata oggetto di pesanti sanzioni da parte dell’Occidente; che ha risposto compatto all’aggressione di Vladimir Putin ad uno Stato sovrano, come forse nemmeno lo Zar si aspettava. Sanzioni che vanno dall’esclusione da SWIFT per alcune banche russe, passando per la chiusura di alcuni settori di mercato fino a giungere al congelamento degli asset di alcuni oligarchi russi in Europa, in UK e negli USA.

Mercati in subbuglio. Rublo in caduta libera

Tutto questo si è riflesso su mercati russi in subbuglio, difficoltà di banche russe (anche di quelle operanti in Europa) a far fronte alle proprie obbligazioni, tassi di riferimento russi più alti; e in un rublo che, con il passare dei giorni, perde sempre più il suo valore.

Russia: a rischio default?

In questo contesto, a peggiorare la situazione per lo Zar, c’è il rischio di un default esterno del debito russo. Come riporta Reuters, infatti,

Le sanzioni a carico di entità del governo russo da parte degli Stati Uniti, le contromisure all’interno della Russia per restringere la possibilità di pagamenti stranieri e l’interruzione della catena dei pagamenti rappresentano gravi ostacoli per il pagamento dei bond esteri da parte della Russia

, citando un report di JP Morgan. Nello specifico, la Russia deve pagare oltre 700 milioni di dollari questo mese; la maggior parte dei quali con un periodo di tolleranza di 30 giorni. Il prossimo pagamento rilevante di cedole sui bond di Mosca è il 16 marzo, secondo i calcoli di JpMorgan.

Avere difficoltà sul proprio debito, il cui rating è stato abbassato da tutte le agenzie fino al livello speculative/limiti dell’investment grade, vorrebbe dire che la Russia dovrebbe pagare tassi di interesse particolarmente elevati per attrarre ulteriori investitori; i quali, nel frattempo, stanno cominciando a chiamarsi fuori dalle posizioni aperte in Russia.

Insomma, se lo Zar ha tentato di portare la guerra in Europa (avendo ancora un margine per riuscire a chiudere la partita “Ucraina” dal punto di vista militare); la risposta unita e compatta dell’Occidente ha rispedito al mittente il tentativo. Un fatto, questo, che dovrebbe farci riflettere su cosa è capace di fare un coordinamento internazionale di intenti e di mezzi davanti alle velleità dei piccoli dittatori del XXI secolo.

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