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Smart City: un nuovo modello di città sostenibile?

Il classico modello di città tradizionale sembra essere diventato insostenibile; l’enorme crescita della popolazione urbana richiede infatti maggiori risorse, creando delle esternalità negative per i cittadini e il territorio. La Smart city potrebbe essere un’alternativa? Ne parliamo in questo articolo.

Crisi del modello tradizionale di città

L’ONU in un’analisi ha rivelato come la quota di popolazione urbana sia cresciuta in maniera esponenziale a partire dalla seconda metà del Novecento. Se nel 1600 la quota di popolazione urbana ammontava a circa il 6% e del 10% nel 1800, attualmente la quota è del 50% e l’Onu prevede che questa quota sarà del 70% nel 2070. Questo si traduce in un aumento della domanda di risorse (energia, merci, informazioni) che non può essere soddisfatta dal nostro ecosistema, portando ad uno squilibrio in termini ecologici ed economici (eco-eco).

Figura 1: la distribuzione della popolazione rurale ed urbana nel corso del tempo

Una possibile alternativa potrebbe essere rappresentata dalla smart city. Ma che cos’è? E come funziona?

Che cos’è la smart city?

La smart city è un modello di città che gestisce in modo sostenibile le risorse, è energeticamente autosufficiente e presta attenzione alla qualità della vita e ai bisogni dei propri cittadini. Possiamo pensare alla smart city come ad un territorio dove è presente un elevato livello di connettività, realizzato attraverso un sistema di “Internt of Things”. Caratteristica fondamentale sono poi i servizi di mobilità sostenibile, come bike sharing, veicoli elettrici o ibridi. Per poter attuare tutti questi servizi, la smart city è formata da diversi sensori che generano un’enorme mole di dati. Quest’ultimi oltre a permettere il funzionamento dei diversi servizi, fanno si che le amministrazioni pubbliche prendano decisioni efficienti.

Come funziona una smart city?

L’obiettivo finale della smart city è migliorare non solo la vita dei cittadini ma di chiunque si trovi nella città (affari, turismo, svago ecc…).

Diversi studi hanno dimostrato che in questo tipo di città i benefici sono molteplici: aumento dei livelli di salute dei residenti, maggiori possibilità occupazionali e anche un ritorno economico-finanziario.

I ricavi globali generati dalle aziende fornitrici di infrastrutture necessarie (tecnologie di cloud computing o connettività) o prodotti per la smart home previsti per il 2021 ammontano a 129 miliardi. Ricavi che cresceranno ulteriormente nei prossimi anni, come illustrato dal seguente grafico:

Figura 2: i ricavi attesi dalle smart cities nel corso del tempo

Le smart cities in Italia nel 2021

Secondo l’indagine di Icity Rank 2021 Firenze è la città più digitale d’Italia nel 2021, seguita da Milano e Bologna. L’indagine è stata presentata in occasione di “FORUM PA Città”, il 23 novembre 2021. La città fiorentina si conferma per il secondo anno, dopo il 2020, al primo posto della classifica. Infatti, dopo l'”accelerazione digitale” causata dalla pandemia, il 2021 è stato un anno di assestamento (caratterizzato anche da fenomeni di crescita digitale, come la diffusione dell’app IO, il servizio SPID e l’attivazione dei servizi ANPR).

Secondo Icity Rank, questo ha causato una polarizzazione: da un lato ci sono città che hanno continuato ad essere innovative, dall’altro città che hanno rallentato (come mostra il grafico di Icity Rank per il periodo 2021).

Figura 3: la classifica “Icity” 2021

In conclusione, possiamo affermare che un modello alternativo alla città tradizionale è possibile. La recente riunione delle grandi potenze alla Cop26 di Glasgow ha fatto emergere l’importanza di affrontare le attuali sfide globali. In tal senso, un mondo migliore si potrà costruire se si avranno città migliori.

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