Le sanzioni europee alla Russia ci fanno riflettere sulle possibilità di nuove fonti energetiche. Un futuro stop dell’import di gas russo potrebbe avere delle conseguenze economiche per i paesi europei con un enorme dipendenza energetica. Ne parliamo in questo articolo
La dipendenza dal gas russo
Nel 2021 la Russia ha esportato all’Europa il 45% di gas. Ma non si importa solamente gas ma anche petrolio, carbone; tuttavia, a differenza di questi ultimi, l’Europa è più vulnerabile a causa delle forti regionalizzazioni dei mercati del gas. Attualmente l’Ue versa alla Russia moltissimo denaro per gli approvvigionamenti energetici (16 miliardi circa). Una risposta coerente in vista di un possibile cambiamento appare molto difficile, in particolar modo per alcune motivazioni: in primo luogo, la posizione di alcuni paesi europei rispetto ad altri nella dipendenza energetica. In secondo luogo, visioni differenti che trovano ostacolo in una decisione più unanime.
Il RepowerEU come possibile soluzione
Un’idea presentata dalla Commissione Europea potrebbe essere il “REpowerEU”. Questo piano energetico consentirebbe di ridurre in maniera drastica e successivamente interrompere il legame energetico con la Russia. Entro maggio saranno forniti ulteriori dettagli in merito al piano, ma seguirebbe le linee dettate dalla Commissione. Innanzitutto, la riduzione delle fonti di energia fossili e in seguito un’accelerazione del Green Deal Europeo. La percezione di quest’ultimo è infatti non solo quella di una strategia per un’economia europea più sostenibile, ma anche per una maggiore sicurezza energetica. Il distacco con il gas russo non sarà facile. Nel 2021 L’UE ha importato dalla Russia circa 140 bcm di gas via gasdotto e 15 bcm di gas naturale liquefatto. Il Repower Eu, secondo la Commissione Europea, potrebbe ridurre di 2/3 le importazioni di gas russo entro la fine del 2022.
Le importazioni di gas russo verrebbero sostituite attraverso GNL (gas naturale liquefatto) e gasdotti alternativi, utilizzando risorse più rinnovabili. L’utilizzo del carbone come soluzione alternativa al gas potrebbe mitigare le conseguenze, ma sarebbe una soluzione temporanea.
Le misure a breve termine contro il gas russo
In un’ottica di breve periodo, la Commissione sta riflettendo su soluzioni per agevolare la mitigazione dei prezzi, come la tassazione degli extraprofitti delle società energetiche, gli aiuti di Stato eccetera. Inoltre, l’esecutivo UE ha proposto un target obbligatorio del 90% di riempimento degli stoccaggi entro il 1° di ottobre.
Insomma, le soluzioni sono molteplici, ma bisognerà accelerare affinché si possa raggiungere una piena indipendenza energetica europea nel medio/lungo termine.