Site icon EconomiaItalia

Svizzera, una “sentenza” popolare bandisce il burqa dai luoghi pubblici

Approvato in Svizzera “il divieto di dissimulare il proprio viso” in luoghi pubblici. Ed è cosi che “burqa” e “niqab” – nati in Afghanistan alla fine dell’800 come capi per proteggere le donne dagli sguardi voluttuosi del popolo – sono fatti oggetto di proibizione (salve poche eccezioni).

Con una maggioranza risicata degli elettori elvetici (51.2%), la destra conservatrice si aggiudica la vittoria sconfessando il governo che, dal canto suo, avrebbe auspicato misure più proporzionate all’esiguo numero di donne residenti sul suolo svizzero dedite all’utilizzo del velo integrale.

In luogo della drastica opzione della modifica costituzionale – a giudizio dei fautori del “no” – sarebbe infatti stato sufficiente delegare ai singoli cantoni eventuali divieti. Ma il dissenso “istituzionale” è destinato a rimaner in sordina alla vigilia di quell’8 marzo, e ancora una volta la storia costituzionale svizzera stenta a mostrarsi benevolente verso la pratica dell’Islam (nel novembre del 2009 un’altra consultazione popolare aveva introdotto per legge il divieto di costruire minareti).

La molla dell’iniziativa – forse dissimulata o quanto meno programmaticamente smorzata nel tentativo di non conferirle la formale veste di un brutale attacco al mondo islamico – non sarebbe propriamente da ricercare nelle garanzie securitarie, quanto piuttosto nella distanza ideologica che la tradizione del velo integrale rivelerebbe rispetto al coacervo di valori propugnati nel perimetro della confederazione elvetica.

Una tradizione lesiva della dignità femminile, intimamente connessa al fondamentalismo islamico: questo il perno attorno al quale si sarebbe catalizzato il consenso di forze politiche assai lontane.

Curioso è osservare poi l’ironica sorte della vicenda: l’offensiva al velo integrale – il cui seme sarebbe stato piantato in data risalente – trova coronamento proprio nell’epoca della pandemia, una imposizione “contro-corrente” potremmo dire.

Mentre ovunque corre la triste epoca delle “facce dissimulate” dalla mascherina e imperversa la paura del volto nudo che scopre un sorriso, la Svizzera si profila come un “altrove”, e – aldilà di ogni giudizio di valore – percorre al contrario il senso della storia.

Puoi continuare a seguirci su https://t.me/economiaitalia per altri articoli

Exit mobile version