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Overconfidence bias

Immagina di essere seduto sul divano di casa tua e, mentre guardi una partita di calcio, pensi che quel rigore l’avresti tirato meglio di Messi. Oppure immagina di essere in attesa per fare un esame universitario e, sentendo lo studente interrogato prima di te, pensi: “ah, se avesse fatto a me questa domanda avrei risposto sicuramente meglio”. Bene, se ti sei trovato in questa situazione almeno una volta nella vita c’è una buona possibilità che tu sia stato afflitto da overconfidence bias, ma non preoccuparti: questo bias cognitivo è molto diffuso e spesso ci si cade involontariamente.

L’overconfidence bias consiste infatti in una sopravvalutazione delle proprie conoscenze e abilità in un determinato ambito. Con riferimento ai mercati finanziari, tendenzialmente assume un andamento crescente e successivamente decrescente durante la vita: un operatore giovane ed inesperto che ha sperimentato performance brillanti aumenta la confidenza nelle proprie abilità e conoscenze fino a considerarsi qualificato ed esperto. Spesso il livello di confidenza è più alto per coloro che sono presenti nel mercato da meno tempo per poi decrescere con l’esperienza, anche se questo non rappresenta una regola assoluta. Questo heuristic bias rappresenta un fenomeno in espansione, soprattutto nell’ambito del trading online, ed è una delle principali cause di incremento dell’operatività sui mercati finanziari da parte di agenti economici poco qualificati.

L’overconfidence bias è uno degli errori sistematici più pericolosi e dannosi per i mercati finanziari e per il risparmio personale, infatti genera importanti distorsioni all’interno del mercato. Può ad esempio spingere gli individui ad una continua compravendita di titoli con finalità speculative a breve termine, pregiudicando la diversificazione del portafoglio e l’integrità patrimoniale. Gli investitori overconfident, sicuri delle proprie capacità d’analisi, tendono a valutare i titoli ad un prezzo maggiore rispetto al valore reale. Ciò contribuisce a determinare un accresciuto volume di scambio rispetto ad un investimento razionale. La sottovalutazione della rischiosità del sottostante, la complessità del sistema finanziario e la sopravvalutazione delle proprie capacità – attuali e prospettiche – di formulare valutazioni accurate possono condurre anche a gravi errori di valutazione nei soggetti meno attenti ed esperti.

Barberis e Thaler ritengono che l’overconfidence generi negli individui intervalli di confidenza troppo stretti e irrealistici per quanto riguarda le loro stime probabilistiche, poiché le persone sottostimano la probabilità di errore delle proprie valutazioni e sovrastimano gli eventi con elevata probabilità di accadimento. Inoltre, si è portati a distorcere le probabilità di realizzazione di un evento, non prendendo in considerazione il fatto che gli eventi esterni accadono più frequentemente rispetto a quanto ci si aspetta. Ad esempio, viene stimato come certo un evento che ha il 90% di probabilità di realizzazione e viene valutato come impossibile un evento cha si realizza nel 1% dei casi.

A partire dal 1984, lo psicologo e scienziato politico Philip Tetlock raccolse 82261 previsioni a breve e lungo termine di esperti con più di dodici anni di esperienza nei propri settori in merito a questioni di politica internazionale ed economia per valutare quanto queste potessero effettivamente essere attendibili. Venti anni più tardi ne analizzò gli effettivi risultati, notando in che modo quando un evento veniva considerato impossibile dagli esperti, questo avveniva comunque nel 15% dei casi. Mentre, quando gli esperti sostenevano che un evento sarebbe sicuramente accaduto, questo non si verificava nel 25% delle situazioni. Tetlock e Gardner nel loro saggio “Superforecasting” individuano proprio nell’arroganza e nella presunzione di alcuni degli esperti la causa principale delle predizioni distorte.

Il fenomeno dell’overconfidence non avviene solo in ambito finanziario, bensì trova applicazioni nei campi più disparati e si palesa sotto differenti forme. Infatti, esistono altri importanti bias cognitivi collegati al quello di overconfidence, due di questi sono l’underconfidence bias e il Dunning-Kruger effect. Il primo è il comportamento diametralmente opposto rispetto all’overconfidence e consiste in una sottovalutazione sistematica delle proprie conoscenze e abilità di giudizio, mentre il Dunning-Kruger effect è una distorsione cognitiva che porta individui con scarse conoscenze in un determinato ambito ad auto-valutarsi come esperti e, per converso, individui estremamente qualificati a sottovalutare le proprie capacità.

Notiamo quindi come sia tutt’altro che complesso, che si sia esperti o meno della disciplina presa in considerazione, cadere in tali bias sopravvalutando o sottodimensionando le proprie conoscenze e andando così a compromettere un’adeguata valutazione delle dinamiche analizzate. È necessario quindi prestare attenzione e cercare di essere il più razionali possibili quando si prende una decisione o si effettua una stima, consapevoli del fatto che il futuro è incerto per definizione e spesso si verificherà uno stato del mondo che inizialmente non avevamo nemmeno considerato.

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