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Energia nucleare, 6 nuovi reattori in Polonia

L’Europa si è imposta un piano ambizioso di riduzione delle emissioni di anidride carbonica nei prossimi anni. Uno degli step necessari per arrivare all’obiettivo sarà de-carbonizzare la produzione di energia elettrica. Il tema divide i paesi tra sostenitori delle rinnovabili (e del gas) e quelli che hanno in programma di utiizzare l’energia nucleare. La Polonia confermando l’accordo con EDF ha scelto da che parte stare.

Accordo nucleare EDF-Polonia

La Électricité de France (EDF) la maggiore azienda francese di produzione e distribuzione di energia in Francia (in Italia controllante di Edison), assisterà la Polonia nella costruzione di 6 reattori nucleari di tecnologia EPR.

Secondo l’EDF, questo progetto sarà in grado decarbonizzare il 40% della produzione energetica paese, oggi una delle più inquinanti d’Europa visto il 65% del carbone nel mix energetico (come visibile su Electricitymap). Il risultato saranno più di 55 milioni di tonnellate di CO2 in meno all’anno. La Francia metterà a disposizione ingegneri, forniture e cantieri, necessari per la produzione di un massimo di 6 reattori EPR, da 1650MWe ciascuno.

La tecnologia scelta è quella che EDF sta utilizzando per i propri piani di espansione. Un esempio di impiego è il reattore 3 della centrale di Flamanville.

25000 posti di lavoro

L’impatto occupazionale del progetto sarà positivo: La costruzione di ogni coppia di reattori occuperà 25000 persone. A questi bisognerà aggiungere l’impatto occupazionale indiretto, anch’esso nell’ordine delle decine di migliaia di unità.

L’accordo tra Francia e Polonia per quanto riguarda l’energia e l’ambiente era già stato stipulato nel 2009; inoltre, nel 2020 la Polonia ha istituito il “Polish Nuclear Power Programme”, il cui principale obiettivo è di rendere operativi i primi reattori tra il 2030 e il 2040.